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ROMA, 11 MAG - ''E' arrivato veloce, improvviso, caldo. Ha avvolto tutto quello che incontrava. Si e' abbattuto come il vento del Ghibli sulla gente per strada alzando veli e vesti... Il giorno della collera libico si e' espanso in un istante e non e' piu' finito. Ha fermato un tempo che durava da quarantandue anni''. Comincia cosi' il libro di Francesca Spinola ''Il Ghibli in arrivo. Istantanee dalla Libia sull'orlo della rivoluzione'' (Albatros, 145 pp, 13.90 euro). E' il racconto di un Paese che non c'e' piu', colto nel momento di sospensione sull'orlo del precipizio, prima che tutto cominci a precipitare in una lunga e inarrestabile caduta sanguinosa.

Francesca Spinola in quel Paese ci aveva vissuto per tre anni, unica corrispondente occidentale accreditata a Tripoli.

Divisa tra la famiglia, le due figlie piccole, e le difficolta' di fare, scrivendo anche per l'Ansa, ''il mestiere di giornalista in un Paese fatto di uomini, arabi, omertosi''. Aggirandosi con circospezione in un sistema che sembrava destinato a durare per sempre, e dove invece ''il giorno della collera ha svelato segreti, cadaveri, tesori, ha prima sorpreso, poi irritato, infine inviperito il colonnello e i suoi cloni, quegli otto figli che l'hanno sempre sostenuto anche quando fingevano di essere diversi da lui''. Un Paese disseminato di manifesti del Leader, unica immagine pubblicizzata per strada con la sola eccezione - ricorda - di quel manifesto che lo ritraeva a braccetto con Silvio Berlusconi, nel memorabile giorno dell'Amicizia siglata il 30 agosto 2008. L'autrice, che da quel Paese sull'orlo della guerra civile ha dovuto subito fuggire, ha pero' portato con se' un patrimonio di memorie e conoscenze che pochi condividono. Oppure il ricordo di persone che, nel drammatico epilogo del loro destino, incarnano la parabola di un regime ma possono anche essere lasciare il segno di un indimenticabile ritratto umano. ''Si chiamava Adel e di lui ho perso le tracce'', dice del poliziotto che le stava sempre alle calcagna per controllare quello che faceva, ma che fin dal primo giorno l'aveva presa in simpatia. ''Se entro domani a quest'ora non ti avro' richiamato, ci rivedremo nella casa di Dio. Questo e' il sangue che dobbiamo versare per la nostra liberta''', le aveva detto nella sua ultima telefonata, raccontandole di sei detenuti uccisi dopo che si erano ribellati alla vigilia della rivolta.

Nel suo libro Francesca Spinola racconta l'obbligato e sempre scomodo rapporto con il potere - come il suo ultimo e surreale incontro con il capo della Direzione per la stampa estera - ma anche le convinzioni e le speranze di chi nel riformismo di Saif al Islam, secondo figlio del colonnello, ci credeva. Come Enass Hameda, giovane donna a capo del quotidiano riformista 'Oea'. Se prima poteva pensare che il suo viso fosse quello della nuova Libia, ora nel volto di lei Francesca puo' immaginare ''la Libia tradita, delusa, ingannata''.

Ma nel racconto della giornalista ci sono anche figure autorevoli come il vescovo di Tripoli Giovanni Martinelli, figura non sempre compresa in Italia per la prudenza con cui parlava nelle ultime fasi del regime, ma grazie al quale ''la Chiesa in Libia ''e' rimasta aperta e ha operato per decenni''. Insieme alle multitudini di storie senza nome, quelle delle migliaia di africani clandestini in Libia, eritrei in particolare, per i quali la rivoluzione ha aggiunto ai drammi gia' vissuti l'ombra della tragedia. La rivolta e il rischio di essere scambiati per mercenari di Gheddafi li spinge a partire, ma il Mediterraneo che devono attraversare puo' diventare il mare della morte. Come continua ad essere per molti come loro.
Posted in: | giovedì 24 maggio 2012
Un marocchino di circa 30 anni è stato accoltellato alla gola alla fermata della 90 in piazza Nigra angolo viale Jenner. È in codice rosso in ospedale. Il marocchino, non ancora identificato, ferito gravemente, sarebbe stato accoltellato da un uomo, italiano, in moto, dopo una lite per motivi di viabilità.
Dalle prime ricostruzioni, il marocchino ferito era insieme a un connazionale, che ha assistito all'accaduto. La lite per motivi di viabilità, ma la dinamica è ancora da verificare, sarebbe iniziata poco distante, poi, alla fermata del bus, mentre i due stranieri attendevano fermi, l'aggressore sarebbe arrivato e sceso dalla moto, colpendo ripetutamente alla gola uno dei due per poi fuggire sempre in moto. Oltre all'amico del ferito un'altra persona avrebbe assistito all'aggressione. Il marocchino è ora ricoverato in codice rosso al San Raffaele.

E' UN GIOVANE ITALIANO Sarebbe un giovane di 21 anni l'aggressore, tuttora ricercato dalla polizia, autore del ferimento di un marocchino in piazza Nigra angolo viale Jenner. I testimoni che hanno riferito dell'accaduto sono un italiano e l'amico del ferito, un connazionale regolare.
Dopo il ferimento il motociclista sarebbe fuggito in direzione Lancetti. Il marocchino si trova in queste ore in sala operatoria al san Raffaele in prognosi riservata. Al momento, spiega ancora la polizia, resta l'ipotesi che a scatenare la lite siano stati futili motivi, probabilmente legati alla viabilità.

HA GETTATO IL COLTELLO Secondo la ricostruzione di un testimone, ancora da accertare, il 30enne marocchino accoltellato alla gola questo pomeriggio in piazzale Nigra, «attraversava il piazzale con un amico provenendo a piedi da viale Torelli, quando all'altezza dei binari del tram è stato raggiunto dall'aggressore che proveniva da via Castellini in sella a una moto».
L'uomo, con un casco nero in testa, ha estratto un coltello e lo ha colpito all'altezza della gola prima di fuggire verso via Lancetti. Alla ripartenza, ha proseguito il testimone, «l'aggressore stava per cadere con la moto scivolando sui binari del tram, ma è riuscito a ripartire e a gettare il coltello. A me è sembrato che si conoscessero».
La polizia sta ultimando i rilievi sul posto, con la scientifica che ha isolato la zona della fermata dell'autobus, a pochi metri dal piazzale, e alcune porzioni di carreggiata dove si notavano tracce di sangue. La vittima, infatti, ha barcollato per alcuni metri prima di accasciarsi al suolo. Gli uomini delle volanti stanno sentendo l'amico del marocchino, uno straniero regolare, e un altro testimone italiano per ricostruire l'accaduto.
Molte le persone, in gran parte straniere, che dai bar del piazzale si sono riversate sui marciapiedi per assistere ai lavori della polizia. E già qualche residente si lamenta per i continui episodi di violenza che si verificano nel quartiere.
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Venezia, 24 mag. - Erano diventati l'incubo del quartiere Piave a Mestre, specialmente nella centrale zona di via Piave e del Parco del Piraghetto. Un gruppo di marocchini e tunisini sono finiti in manette questa mattina grazie a un vero e proprio blitz della polizia del commissariato cittadino. Le indagini erano cominciate addirittura nel 2010 quando la polizia aveva notato un traffico di loschi personaggi che gravitavano attorno al Parco del Piraghetto, zona verde che da tempo non veniva piu' frequentata dai cittadini ma solo dai tossicodipendenti e dagli spacciatori. Attraverso appostamenti, intercettazioni telefoniche e testimonianze rese dagli stessi tossicodipendenti, la polizia ha arrestato cinque personaggi, alcuni originari del Marocco, altri della Tunisia accertando nel tempo piu' di duemila cessioni di droga, soprattutto eroina, per un valore complessivo di 60 mila euro.
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Milano - Prosegue la lunga "saga" del processo Ruby. Oggi in aula a Milano è stato convocato Luca Risso, compagno di Ruby, che si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Risso, convocato dal pm Antonio Sangermano in qualità di testimone, ha deciso di non rispondere alle domande, facoltà di cui si è potuto avvalere in quanto il Tribunale, dopo aver sentito le parti, ha deciso di ascoltarlo come imputato di reato connesso per via del procedimento pendente a suo carico a Genova.
Fuori dal Tribunale Risso è stato accerchiato dai giornalisti, che gli hanno chiesto dettagli sulla sua storia con Ruby. Alle domande sulla data delle nozze, ha risposto: "Non lo sappiamo ancora, stiamo aspettando i permessi dal Marocco, ci sposeremo quando sarà finito tutto". Ruby "sta molto bene e è con la bambina di cinque mesi"
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Madrid resta in corsa con Istanbul e Tokio come citta' finalista per ospitare le Olimpiadi del 2020 e ringrazia il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per ''la fiducia'' nella sua candidatura. In dichiarazioni ai media, il sindaco Ana Botella ha assicurato che ''la crisi deve essere un'opportunita''' perche' la scelta finale ricada sulla Capitale iberica, dato che le Olimpiadi ''comporteranno un miglioramento della situazione economica''. Gia' esclusa nella elezione finale per le Olimpiadi del 2012 e 2016, Madrid continua a sperare che il prossimo 7 settembre la decisione finale del Cio per i giochi del 2020 ricada sulla sua candidatura.

''Non c'e' due senza tre e la terza sara' la buona'', ha detto Botella nel sottolineare che la citta' ha gia' realizzato oltre l'80% delle infrastrutture sportive destinate ai giochi olimpici. Da parte sua il presidente della candidatura, Alejandro Blanco, ha detto che, nonostante i tagli degli stanziamenti siano stati ''importanti'', Madrid ''conta sull'appoggio unanime di tutti'', governo centrale, regionale e municipale, ''nella situazione economica che attraversiamo''.

Per Juan Antonio Samaranch, membro del Cio, il passo avanti della candidatura madrilea e' ''un voto di fiducia rispetto alla nostra situazione economica''.
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Le vicissitudini della guerra civile non hanno distratto i libici che considerano, da sempre, la Tunisia come la meta privilegiata per le loro vacanze. Lo confermano gli ultimi dati disponibli (che risalgono alla fine di aprile), secondo i quali, dall'inizio dell'anno, in Tunisia sono arrivati, da turisti, 634 mila libici. Nella graduatoria, sono seguiti dai francesi (228,8 mila), dagli algerini (207 mila), dai britannici (66,7 mila), dai tedeschi (64,8 mila) e dagli italiani (37,8 mila).

Secondo il sito specializzato African Manager, i relativi introiti, per le casse dello Stato, si sono attestati, a fine aprile, a 696,3 milioni di dinari contro i 519 e 747 degli stessi periodi dello scorso anno e del 2010.
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Comincia oggi la visita di Stato di due giorni in Tunisia del premier marocchino Abdelilah Benkirane, che guida una importante delegazione del suo governo.

di cui fanno parte i titolari dei dicasteri delle Finanze, dell'Economia e dell'Istruzione. Benkirane ha accettato l'invito rivolto dal primo ministro tunisino, Hamadi Djebali e la visita e' finalizzata al rafforzamento del gia' buono stato dei rapporti tra i due Paesi.

La visita, si legge in una nota della Presidenza del consiglio tunisina, servira' anche a proseguire lungo la strada del consolidamento del dialogo intermaghrebino e per affrontare tematiche internazionali, soprattutto quelle legate alla situazione nella regione. Gli incontri in programma oggi e domani di Benkirane a Tunisi serviranno anche alla migliore preparazione della prossima riunione della commissione tunisino-marocchina, in programma per la meta' di giugno a Rabat, che sara' presieduta dai due premier
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Yanis Bahloul, attaccante esterno marocchino classe 1994  alto 170cm. Il giovane Bahloul ha rifiutato il contratto da professionista offertogli dal Sedan, squadra che milita da parecchie stagioni nella seconda divisione francese, ed è stato anche convocato dalle nazionali giovanili marocchine, convocazione però rigettata al mittente dal 18enne Bahloul, visto che le sue mire sono rivolte alla nazionale francese. Questo la dice lunga sulla personalità del giocatore marocchino che punta a divenire una grande stella del calcio.

Avendo rifiutato il contratto da professionista, Yanis Bahloul è acquistabile a parametro zero e ciò ha scatenato un vero e proprio intrigo internazionale di mercato. D’altronde le qualità del giocatore non sono in discussione e chi se ne assicurerà le prestazioni potrebbe ritrovarsi in casa un vero campione spendendo pochi milioni. Il Milan ci sta pensando seriamente ma sul talentino marocchino c’è mezza Ligue 1 tra cui Lille, Marsiglia e Olympique Lione. Anche la Lazio di Claudio Lotito, dopo essere stata vicinissima a strappare il nuovo Sanchez al Sedan nel mese di aprile, è tornata alla carica per assicurarsi le prestazioni del giovane talentino e sembra aver superato la concorrenza del Newcastle, squadra piazzatasi al quinto posto nell’ultima Premier League. Adesso l’inserimento del Milan potrebbe stravolgere i piani della società capitolina vista anche il maggior appeal che la società milanese ha rispetto alla Lazio. Non solo grandi campioni al centro degli intrighi di mercato ma anche giovani di belle speranze.
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Tunisia e Marocco hanno sottoscritto ieri una serie di accordi multilaterali, elaborati sotto l'egida dell'Ocse, in campi come l'integrita' del settore privato, l'investimento internazionale e la crescita verde. Lo rende noto l'organizzazione parigina in una nota.

In particolare, la Tunisia ha sottoscritto la dichiarazione sull'investimento internazionale e le imprese multinazionali; la dichiarazione su proprieta', integrita', trasparenza nella condotta di business e finanza internazionale; la dichiarazione Ocse sulla crescita verde. Il Paese ha inoltre espresso formalmente il suo interesse per entrare a far parte del Centro per lo sviluppo dell'Ocse, che da 50 anni lavora per stimolare uno sviluppo armonico e sostenibile, facendo collaborare Paesi occidentali e aree emergenti e promuovendo soluzioni innovative a squilibri, poverta' e sottosviluppo.

Il Marocco, invece, ha aderito alla seconda e terza dichiarazione citate, essendo gia', insieme all'Egitto, aderente a quella sugli investimenti internazionali.

L'Ocse, ricorda la nota, ''lavora da quasi un decennio con i Paesi della regione del Medio Oriente e Nordafrica su investimenti, governance, educazione e altri temi di politica economica e riforme''. Questo programma ''e' complementare allo sforzo globale, che include il Partenariato di Deauville, per raccogliere supporto alla trasformazione in corso nell'area''.
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